Video – Gianmarco Tognazzi dà vita al sogno del padre Ugo: “Far conoscere la “Tognazza” al suo pubblico”.
“Monicelli e Villaggio esageravano nel giudizio negativo delle ricette di papà, perché si divertivano a farlo arrabbiare”. Sono i ricordi di Ugo, raccontati dal figlio Gianmarco Tognazzi durante una degustazioni enogastronomica per ripercorrere la vita del padre attraverso i libri, i suoi vini e le ricette di cucina. Queste ultime preparate con un cooking show dallo chef Andrea Misseri di Dillà in via Mario de’ Fiori e de La Buvette, la storica caffetteria di via Vittori. E’ qui che sono state presentate le tre etichette firmate “La Tognazza Amata”, dal nome della tenuta di famiglia creata dall’attore nel 1967 a Velletri. Un connubio tra gastronomia e cinema nato nel cuore del centro storico di Roma a due passi da Piazza Di Spagna. “Era il sogno di Ugo – racconta Gianmarco – quello di far arrivare la “Tognazza”, non soltanto agli amici privilegiati che venivano a cena a casa, ma anche al suo pubblico. Io non ho fatto altro che riprendere in mano la situazione da lui impostata. Eppure nell’arco di quattro anni esistiamo e Ugo ora arriva con i suoi prodotti anche agli altri amici”.
Che ricordo hai di quelle cene?
“Molteplici perché erano quasi quotidiane e quindi sono frammenti di disposizioni rigorose che lui dava e anche di incazzature”.
Cene legate da cinema e gastronomia?
“Il pretesto di parlare di cinema lui lo trovava mettendo i suoi amici, collaboratori, sceneggiatori, registi e colleghi intorno ad un tavolo. Lui diceva che da quando faceva il cinema, gli mancava il contatto diretto con il pubblico, quindi quale migliore prova per un cuoco di essere giudicato dagli amici, che magari poi sono anche più cattivi di un pubblico accondiscendente che vede solo il grande attore e gli fa i complimenti, anche se una cosa non è venuta bene. E’ vero che ogni tanto toppava, ma è vero anche che rischiava sempre. Reinterpretava di continuo, non si sedeva mai. Un po’ come faceva con la scelta dei suoi film”.
Tu lo aiutavi già da piccolo in cucina?
“Era un modo per poterlo frequentare di più. Lui a casa lo trovavi o in studio a leggere libri di cucina, o in cucina a preparare ricette, o in camera a disegnare i menù e le ricette che faceva. Quindi quale modo migliore che fingersi esperto di cucina per diventare suo assistente e interagire di più con lui?”.
Un aneddoto di tuo padre in cucina?
“Ce ne sono alcuni molto divertenti. Uno di questi è legato al cappone di Natale: una cosa di cui si fregiava di avere solo lui, il Papa e Reagan. In realtà era un dolce a forma di tacchino con il cioccolato dentro, ma molto bello e coreografico. Una anno il nostro cameriere glielo tagliò a fettine e lo mischiò, per cui gli portò un normale panettone e mio padre si arrabbiò tantissimo”.
Con la performance live lo Chef Misseri, ha espresso lo stile della cucina internazionale unito a quello della tradizione mediterranea,
Le bellissime frasi di Ugo Tognazzi presenti sulle lavagne del Dillà, sono state selezionate e scritte con cura da Daniele Marras (Sommelier e Responsabile sala del Dillà), che per l’evento si è occupato dell’allestimento e organizzazione servizio del locale con Lisa Morbiato (Sommelier e Responsabile Servizio Catering), insieme al resto del preziosissimo staff del Dillà. Nelle cucine del Dillà,
Lascia un commento