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“Io, signori, morti non ne faccio”. Così il questore di Roma, Nicolò D’Angelo, respinge al mittente le critiche ricevute dal sindaco, Ignazio Marino, per la gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza durante i disordini con i tifosi olandesi. Uno spiegamento di agenti con 1800 uomini a sorvegliare i punti sensibili della città, 600 dei quali sono nel centro storico, “hanno evitato che si verificassero scontri tra le due tifoserie avversarie e consentito di segnalare 600 tifosi violenti, sventando un agguato dei romanisti che volevano vendicare la Lupa, ma soprattutto hanno “evitato una strage di innocenti”. E’ quanto ribadito in una conferenza stampa il questore Nicolò D’Angelo, ex capo della Squadra Mobile di Roma e prima ancora alla sezione Antiterrorismo. Una città che per lui non ha segreti, nella quale è in servizio dal 1977, dove ha condotto, tra le tante, anche le indagini che hanno portato allo smantellamento della banda della Magliana. “Capisco il sindaco di Roma – ha aggiunto il questore – il quale si è visto la piazza sporcata, vituperata, offesa. Mi rendo conto della sua sofferenza morale, ma non condivido e non la condivido nella maniera più assoluta, un’accusa di pressappochismo, di sottovalutazione degli eventi e degli interventi non efficaci della polizia di stato e dell’arma dei carabinieri. Io credo che scaricare non serva a nulla. Bisogna lavorare insieme. Bisogna fare squadra. E credo anche che le forze dell’ordine abbiano operato bene. Dobbiamo prendercela con gli olandesi e lavorare affinché queste cose non avvengano più. Abbiamo fatto una scelta di campo e militare. Non potevamo certo andare in giro con i manganelli a fermare i tifosi olandesi in giro per la città. Ricordo a tutti che il transito in aria Schengen e in territorio comunitario è libero e che nessuno può vietare niente”.

Garantita l’incolumità di donne e bambini in piazza di Spagna

“Bisogna operare con la testa, non senza un controllo. Qualcuno ci ha contestato chiedendoci come mai non abbiamo chiuso piazza di Spagna, ma allora avremmo dovuto chiudere anche piazza Navona, via dei Condotti e tutto il centro se i tifosi si fossero organizzati in corteo. Signori miei, l’ordine pubblico ha tantissime variabili. Noi abbiamo ritenuto di monitorare la situazione allo scopo di evitare di intervenire massicciamente solo per motivi di degrado, per evitare di accendere dentro quella piazza una miccia spaventosa, perché a quell’ora si trovavano lì dei bambini che alle 16 sarebbero usciti dalle scuole, la metropolitana che sfornava turisti, donne, vecchi, bambini. Fra i tifosi olandesi c’erano anche delle famiglie, in tutto tremila persone, che hanno lasciato la piazza scortati da noi, ma lì sono rimasti altri milleduecento facinorosi, come è documentabile dalle immagini della scientifica, presente con sei postazioni a piazza di Spagna”.

Evitati scontri tra le opposte tifoserie

“Una delle criticità rappresentate alla polizia di stato e all’autorità di pubblica sicurezza, era quella che tifosi del Feyenoord erano abituati a marciare in corteo per raggiungere lo stadio. Sapevamo che nutriti gruppi di ultras romanisti avevano già predisposto una serie di riunioni per contrastare eventuali cortei degli olandesi. Pertanto l’autorità provinciale di pubblica sicurezza si è trovata davanti ad un dilemma: autorizziamo gli olandesi ad andare in corteo fino allo stadio? E con quali possibilità di controllo? Un eventuale contagio delle due tifoserie avrebbe innescato delle reazioni a catena, che difficilmente sarebbero state controllabili. Pertanto abbiamo imposto la linea del nostro paese e dell’autorità provinciale di pubblica sicurezza di questa città, che ha detto a chiare note che non sarebbe stato consentito a nessuno di arrivare in corteo allo Stadio attraversando il centro di Roma. La nostra preoccupazione era quella che non avvenissero scontri tra le opposte tifoserie, che non succedessero episodi gravi di accoltellamenti, di risse. Abbiamo tollerato le birre e quello che era possibile tollerare evitando ulteriori frizioni, ma abbiamo portato i tifosi allo stadio e li abbiamo fatti uscire in condizioni di sicurezza”.

Sventato attentato dei tifosi romanisti agli olandesi per vendicare la Lupa

“L’azione di questo servizio che qualcuno ha definito improvvisato ha consentito di bloccare 40 tifosi romanisti, che dopo la partita si erano nascosti tra i bar e i pub di Colle Oppio armati di bastoni pronti ad affrontare i tifosi olandesi per vendicare la Lupa”.

Sono 31 i poliziotti rimasti feriti duranti gli scontri e 9 i carabinieri.

“Abbiamo preso le botte, ma abbiamo portato il risultato a casa. Abbiamo impedito una strage di innocenti. Pensate se io fossi intervenuto con la mano pesante, cosa sarebbe successo. Nessuno. Dico nessuno. Avrebbe potuto impedire ai gruppi di tifosi olandesi di arrivare a piazza di Spagna in gruppi sparsi. Intervenire indiscriminatamente, sarebbe stata una débâcle, avrebbe avuto dei contorni drammatici”.

“Abbiamo fatto il nostro dovere mettendo il nostro corpo davanti”

“Se noi ci dobbiamo fare carico e dobbiamo essere responsabili della sporcizia, del disordine e del comportamento incivile dei tifosi, allora siamo qua, ma noi siamo chiamati a garantire l’ordine pubblico e l’incolumità degli altri e questo abbiamo fatto. Non ci sono scene di massacri fatti dalle forze di polizia. Abbiamo fatto il nostro dovere e lo abbiamo fatto mettendo il nostro corpo davanti. Questo deve essere chiaro”.

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di Morena Izzo “Io, signori, morti non ne faccio”. Così il questore di Roma, Nicolò D’Angelo, respinge al mittente le critiche ricevute dal sindaco, Ignazio Marino, per la gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza durante i disordini con i tifosi olandesi. Uno spiegamento di agenti con 1800 uomini a sorvegliare...