18-04-2011

Concita De Gregorio

“Questo tempo deve finire. C’è un problema di consapevolezza e mobilitazione. Bisogna far sentire la propria voce: manifestando, contestando, votando. Ribelliamoci!”. Si lascia prendere dalla foga e poi se ne scusa, il direttore de l’Unita’ Concita De Gregorio, che sui temi del precariato trattati nel corso del dibattito “Donne, media e potere”, non riesce a nascondere la sua indignazione. Sul palco con lei nella Sala Notari di Perugia dove ieri si è svolta la prima giornata del Festival del Giornalismo, anche Maria Laura Rodotà del Corriere della Sera, Irene Tinagli, ricercatrice e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. “ Si è sfaldata una rete – prosegue il direttore de l’Unità e ciascuno è abbandonato a se stesso, dove il tuo nemico è il tuo vicino. Ed ecco la continua possibilità di ricattare. Quello che dobbiamo fare è ritornare a fare comunità e a farci sentire. La precarietà di uno deve diventare la precarietà di tutti. Finché non siamo comunità, la precarietà di uno non è un nostro problema, e questa è una lettura sbagliatissima”. Invita i giovani a trascorrere un periodo all’estero invece Susanna Camusso. “Il problema poi sarà trovare delle motivazioni valide per farli rientrare in Italia questi giovani- spiega – La precarietà esiste in tutto il mondo. Ma il problema è che da noi, più hai studiato e più sei precario. E questo ci contraddistingue. I giovani oggi nascondono i titoli di studio per firmare un contratto. E tutto peggiora se continuiamo a spostare l’età adulta e se ci vengono proposti modelli che la spostano. Il paese si deve guardare allo specchio: è chiuso in se stesso”.

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18-04-2011 “Questo tempo deve finire. C’è un problema di consapevolezza e mobilitazione. Bisogna far sentire la propria voce: manifestando, contestando, votando. Ribelliamoci!”. Si lascia prendere dalla foga e poi se ne scusa, il direttore de l’Unita’ Concita De Gregorio, che sui temi del precariato trattati nel corso del dibattito “Donne,...