“I Pesci ci osservano”, è il primo lavoro discografico composto da nove brani inediti, scritti e interpretati da Andrea Labanca, edito da PRELUDIO e distribuito da EGEA, attraverso il quale l’artista da vita ad uno spettacolo indefinibile, in precario equilibrio tra la canzone d’autore e il teatro dell’assurdo, con uno scenario musicale totalmente, coraggiosamente ‘altro’ e interamente nelle mani, o meglio nell’interpretazione, di Andrea Labanca, protagonista di una performance inconsueta e imprevedibile, fortemente marcata da un retro-gusto di teatro canzone. coraggiosamente accompagnato da GUIDO BALDONI alla fisarmonica e dallo ‘sciamano’ PAOLO CIARCHI con i suoi non-strumenti, modulatori di psico-frequenze. La “performance/song”, che verrà presentata martedì  31 gennaio alle 21 alla Casa del Jazz, esplora la biografia di una generazione inconsapevolmente orfana da quel 12 Dicembre 1969 di Piazza Fontana e che, con ferale costanza, continua a non avere risposte dal mondo “mai-adulto”, sia politico che sociale che la circonda e pretende di educarla. Una generazione costretta a trasferire ai grandi del pensiero, l’ansia di risposte vere e non paradigmi: Marx, Freud, Lacan, diventano incubi e spettri con cui convivere, del cui silenzio cibarsi. Il trio naviga come una folena le parole e i deliri dello spettacolo, in un contesto in cui a volte si sposta la stanza, a volte i quadri ma, molto più probabilmente, la realtà: arrivando alla deviante conclusione che, se questi anni di “sputtanamento” non si possono “governare”, tanto vale danzarci dentro e perdercisi, tra alcool e sostanze; nell’eterno equivoco di credersi ragazzi “rock” ma pateticamente omologati “pop”, poiché tragicamente schiacciati dal conformismo. «Ballate, blues, fuochi fatui, zingari del pallone tutto in un vortice che cade verso il basso a divorare poveri scrittori in “erba” e ragazze biondissime del mar Nero che sniffano dall’orlo del baratro. Ci sono ‘cougar’ sempre più affamate in giro! Tranquilli, il facocero non è ancora arrivato. Solo allora si potrà danzare con la bambola afgana. “Rakia, vodka, coca, ogni biglietto è quello vincente” dice il giostraio “venghino donne!”. Dalla terrazza del Tacheles si può ancora vedere il mondo e sperare; dalla terrazza del Tackeles si può ancora sognare e guardare la Valle dei Cedri. Oblomov, ricorda, i pesci ci osservano». E’ questa l’angolatura che rende tutto assurdamente molto chiaro, affidandoci una visione che suggerisce il presagio di un sereno disastro. “I PESCI CI OSSERVANO” è un progetto musicale post-sovietico (ma non post-comunista) di fattura italiana, che affronta la visione della catastrofe e dell’irreparabile, raccontandola attraverso canzoni in odore di surrealismo russo, accompagnate da tamburi e macchine sonore dal sapore futurista, per un alieno umorismo che ci renda più consapevolmente “normali marziani”, appunto. Tra provocazione culturale e rammarico disfattista, lo spettacolo erutta citazioni, riferimenti e personaggi, che delineano la costellazione artistica di Andrea Labanca, fatta di buona letteratura ma anche di cinema e di teatro. “I Pesci ci Osservano” di Andrea Labanca, è stato disco della settimana di “Fahrenheit”, programma di approfondimento culturale di Radio3 Rai, in occasione della settimana dedicata ai diritti del rifugiato politico con conduttori stranieri.

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“I Pesci ci osservano”, è il primo lavoro discografico composto da nove brani inediti, scritti e interpretati da Andrea Labanca, edito da PRELUDIO e distribuito da EGEA, attraverso il quale l’artista da vita ad uno spettacolo indefinibile, in precario equilibrio tra la canzone d'autore e il teatro dell'assurdo, con...