Luigi Di Gregorio, ex direttore del Dipartimento di comunicazione istituzionale di Roma Capitale.

Luigi Di Gregorio, ex direttore del Dipartimento di comunicazione istituzionale di Roma Capitale.

di Morena Izzo

Il Campidoglio cambia brand: via la Lupa dal capitello. Al suo posto ci sarà il Colosseo. Per la giunta Marino il logo scelto nel 2009 dall’amministrazione Alemanno con una gara europea, “non ha suscitato il consenso di nessuno” ha detto Marta Leonori, assessore alle Attività produttive. Quello che è certo, però, è che per ora la decisione di cambiarlo ha riscosso solo polemiche. “Salvate la Lupa” è l’appello già lanciato in rete e al coro delle contestazioni si sono uniti anche Vittorio Sgarbi e Gigi Proietti. Quest’ultimo con una lettera al quotidiano Il Messaggero.

Noi abbiamo intervistato Luigi Di Gregorio, ex direttore del Dipartimento di comunicazione istituzionale di Roma Capitale. Colui che ha visto nascere il logo “ripudiato” e che ha gestito la gara per il licensing e il merchandising di Roma Capitale.

Insomma la lupa non piace all’Amministrazione capitolina…

Così pare.

Dicono che non riscuote successo.

È una tesi ardita. Prima di valutare se un marchio riscuota successo o meno bisogna testarlo. E oggettivamente non hanno investito nulla per fare questo test. Lei è in grado di valutare se un logo piace o meno al pubblico senza che il pubblico lo conosca? Io dico di no…

Perché non l’avete fatto voi dell’amministrazione precedente?

Avevo pianificato la campagna di lancio, dopo la chiusura della gara sul licensing, ma non ho avuto il tempo. Sono arrivate le elezioni.

Come spiega allora questa presa di posizione netta contro quel logo?

Direi che ci sono due spiegazioni. Una tecnica, diciamo, e una politica. Quella tecnica è legata al fatto che diverse agenzie di comunicazione, anche quando ero io direttore del dipartimento, hanno sostenuto che quel logo non avrebbe funzionato. Ora però bisognerebbe capire su quali argomenti è fondata questa tesi. Un argomento “cattivello”, ad esempio, è che probabilmente il logo avrebbero voluto disegnarlo loro…

A proposito chi ha disegnato quel logo?

Il vincitore di un concorso di idee che vide la partecipazione di 1163 proposte da tutta Italia. Il vincitore era di Torino. Fu un grande successo. Ma questo metodo partecipato spesso non piace ai “big”. Un po’ come i cantanti famosi che non partecipano a Sanremo. La competizione aperta è troppo “pop” per alcune agenzie di grido…

Chiaro. E la tesi politica?

La tesi politica è più maliziosa. E riguarda la volontà di cancellare tutto ciò che ha fatto l’amministrazione Alemanno, anche le cose buone. E questa per me era una cosa buona.

Avrebbe portato anche soldi a Roma Capitale, vero?

Certo. C’è un contratto quinquennale che prevede un fisso garantito di 200 mila euro, più la partecipazione alle royalties sulle vendite. Avevamo stimato 3,5 milioni di euro in 5 anni di entrate per Roma Capitale. Ed era una stima molto prudente, considerando il potenziale di Roma, il suo city branding naturale, la sua fama mondiale.

Quindi ora cosa succede?

Beh, se vogliono andare fino in fondo, suppongo che avvieranno una nuova gara per la scelta del logo e successivamente un’altra gara per il licensing, ossia lo sfruttamento commerciale del marchio. Intanto dovrebbero rescindere il contratto con l’attuale master licensee che ha vinto la gara europea nel 2013. Perdendo soldi.

E i tempi di questa operazione?

Tra una cosa e l’altra direi tra i 2 e i 3 anni. Visto che a questo punto non credo che ripercorreranno la strada del concorso di idee, saranno costretti appunto a fare due gare, probabilmente entrambe europee. E le gare europee hanno i loro tempi. Lunghi e incomprimibili, per legge. Noi ci mettemmo 3 anni. Loro, se vogliono, possono partire dai nostri bandi, magari in 2 anni ce la fanno. Ma è sempre tanto.

Ma lei cosa pensa di questo ripudio della lupa?

La lupa capitolina è l’immagine fondativa di Roma. Il colosseo magari è più noto nel mondo. Ma far sapere al mondo che il vero simbolo di Roma, quello delle origini, è la lupa non è una mission impossibile. Basterebbe crederci, un po’ di creatività e un minimo investimento in termini di campagne pubblicitarie.  Ma a quanto pare non c’hanno creduto. E ricominceremo tutto daccapo. Amen.

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di Morena Izzo Il Campidoglio cambia brand: via la Lupa dal capitello. Al suo posto ci sarà il Colosseo. Per la giunta Marino il logo scelto nel 2009 dall'amministrazione Alemanno con una gara europea, 'non ha suscitato il consenso di nessuno' ha detto Marta Leonori, assessore alle Attività produttive. Quello...