Ce lo racconta come solo un amico avrebbe potuto fare, Rino Gaetano. Se poi l’amico in questione è Enrico Gregori, giornalista de Il Messaggero, dove lavora come capo servizio della cronaca nera, il risultato non poteva che essere quel groviglio di emozioni dettato dai ricordi che l’autore ci trasmette nelle pagine del suo libro “Quando il cielo era sempre più blu”, che danno vita ad un Rino diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere e amare attraverso le sue canzoni. Un Rino, se possibile, ancora più vero e vicino attraverso le sue paure, le sue gioie, il disincanto e l’ironia con cui interpreta e anticipa i tempi e poi la sua grande umiltà e gli aneddoti inediti che Gregori abilmente ci racconta. Storie che lo vedo protagonista insieme a lui in quell’amicizia nata dall’amore per la musica. Quando si sono conosciuti Gregori era un critico musicale e Rino aveva appena pubblicato come singolo “Ma il cielo è sempre più blu”. Era il 1975. L’autore parte da lì per ricostruire il percorso musicale del cantautore calabrese. Lo fa ricordando la quotidianità di Rino, le abitudini e la Roma di allora dal seminterrato di via Nomentana, dove l’artista viveva con i genitori, a Trastevere fino al bar del Barone a Montesacro. Il libro edito da Historica edizioni, e’ stato presentato a Roma dall’autore e dal giovane editore Francesco Giubilei, con la presenza di Alessandro, il nipote di Rino, che ha interpretato alcune delle sue più note canzoni.

Enrico Gregori è autore di altri romanzi: Un tè prima di morire (Bietti Media, 2007), Doppio squeeze (Bietti Media, 2008), Le mille facce della morte (Historica Edizioni, 2010).

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Ce lo racconta come solo un amico avrebbe potuto fare, Rino Gaetano. Se poi l'amico in questione è Enrico Gregori, giornalista de Il Messaggero, dove lavora come capo servizio della cronaca nera, il risultato non poteva che essere quel groviglio di emozioni dettato dai ricordi che l’autore ci trasmette...