“Questo film è il racconto molto personale di momenti con mio padre, rimasti vividi e intatti nella mia mente, in un susseguirsi di faccia a faccia”. Così la regista Francesca Comencini che ha aperto la terza edizione del Monterotondo Film Festiva al CineMancini, dove ha presentato la sua pellicola “Il tempo che ci vuole”, rispondendo alle domande del direttore artistico e critico cinematografico, Franco Montini e alle domande del pubblico presente in sala.

In una sala gremita di spettatori affascinati dal suo racconto personale.  “Un racconto che credo però – prosegue la Comencini – trovi la giusta distanza nel fatto che in mezzo al padre e alla figlia, c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo”.

“Gli ho disobbedito, ma sono contenta di averlo fatto. Era un modo per rendergli omaggio”, dice Francesca del papà Luigi Comencini, interpretato da Fabrizio Gifuni. Nel cast anche una straordinaria Romana Maggiora Vergano. Una disobbedienza alla riservatezza del papà regista, che nei suoi film non amava i racconti autobiografici.

“Con il cinema” dice il padre Luigi nel film, “si può scappare con l’immaginazione”.

“Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro – conclude la Comencini – cercando di essere diversa da lui, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui: ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me. Forse, mi sono detta,  ora sono abbastanza anziana ne sono capace, forse ora sarò all’altezza di questo racconto. Forse, ora, è arrivato il momento di dirgli grazie”.

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“Questo film è il racconto molto personale di momenti con mio padre, rimasti vividi e intatti nella mia mente, in un susseguirsi di faccia a faccia”. Così la regista Francesca Comencini che ha aperto la terza edizione del Monterotondo Film Festiva al CineMancini, dove ha presentato la sua pellicola...