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C’è una scuola a Monterotondo pensata a “misura” di bambino. Una scuola in cui è possibile andare senza zaini e dove non si trovano i classici banchi, ma dei tavolini a cui siedono quattro o cinque bambini. Una scuola in cui non c’è il distacco tra alunni e docenti, ma dove si discute tutti insieme in una “agorà” in cui è possibile scambiare opinioni, pareri sugli argomenti trattati in classe e valutazioni personali. E’ l’istituto comprensivo “eSpazia” ad aver pensato a questa nuova dimensione didattica per gli alunni delle 16 su 20 classi elementari. La prima scuola nel Lazio ad aver sperimentato un progetto chiamato “senza zaino”, ancora poco conosciuto in Italia. <E’ giusto che i bambini – spiega la dirigente scolastica Caterina Manco – pensino alla scuola come ad uno spazio ospitale che appartenga loro>. Niente zaini quindi, ma solo una leggerissima sacca per i quaderni di cui necessitano. <In classe possono usufruire di alcuni cubotti – spiega – in cui inserire i libri e altro materiale didattico. Sulla scrivania inoltre hanno dei contenitori con penne, matite e colori che utilizzano con uno spirito di condivisione che caratterizza questo progetto>. Ogni aula dispone di quattro o cinque tavolini. Neanche la cattedra è posizionata in modo classico, ma si trova in disparte. L’insegnante siede tra i bambini, in modo tale da non creare quel distacco. Alcuni angoli della classe sono adibiti ad una sorta di laboratorio di lingue o matematica. Spazi che dunque rendono autonomi i bambini che non devono “dipendere” dall’insegnante neanche per andare in bagno. Il metodo utilizzato è quello di un “semaforo” posto accanto alla porta d’ingresso dell’aula. Si tratta di un cartellino verde da un lato e rosso dall’altro. Quando un alunno va in bagno gira il cartellino dalla parte del rosso, in modo tale che i compagni siano informati della sua uscita e restino in classe. Al suo rientro il cartellino tornerà verde e un altro alunno potrà uscire. <L’ideatore di questo progetto – conclude la dirigente Manco – è Marco Orsi, un preside toscano che ha voluto attingere a diverse linee pedagogiche compreso il metodo Montessori, ma è più ampio e flessibile di quest’ultimo, dal momento che questo progetto ha il vantaggio di essere utilizzato in tutte le classi e si inserisce in una cornice che vede già la sua attivazione, anche nelle classi delle scuola medie, per quanto riguarda gli obiettivi della condivisione dei materiali, della cooperazione e soprattutto della responsabilità ed autonomia>.

FONTE: IL MESSAGGERO 

autore: Morena Izzo

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C’è una scuola a Monterotondo pensata a “misura” di bambino. Una scuola in cui è possibile andare senza zaini e dove non si trovano i classici banchi, ma dei tavolini a cui siedono quattro o cinque bambini. Una scuola in cui non c’è il distacco tra alunni e docenti,...