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Il Pd romano segue la linea del segretario nazionale, dopo mesi di pressing, ci ripensa e non vuole più il rimpasto in giunta, così come Renzi non lo vuole di governo, ma non rinuncia a strigliare il primo cittadino, in caduta libera nei sondaggi, in cui la fiducia crolla del 7,4%. “Siamo a fianco del sindaco Marino, ma si deve fare di più”. E’ il monito del partito che chiede più incisività nelle politiche del lavoro e quelle sociali. E sarà stata forse questa impopolarità a far convergere il Pd compatto a sostegno del medico genovese. O c’è dell’altro in questo repentino cambio di rotta? Fatto sta che ora il partito dice “No al rimpasto, semmai reimpostare il lavoro di giunta”, così come spiega il capogruppo del Pd in Campidoglio Francesco D’Ausilio. L’invito al sindaco, poi, è quello di avere “l’umiltà di chiudere vertenze con sindacati, forze produttive e personale comunale”. Una tregua armata, dunque o una mossa strategica? Risulta difficile credere che da un giorno all’altro si siano dissipati i malumori del partito nei confronti del sindaco. Difficile anche credere che la decisione di Marino di nominare la sua fedelissima Alessandra Cattoi, coordinatrice di giunta, sia stata accolta di buongrado dai suoi assessore e che ora i rapporti siano improvvisamente idilliaci. Inutile negare invece che il clima in Campidoglio era e resta teso. Il ruolo della Cattoi oscura inevitabilmente quello del vicesindaco, Luigi Nieri. Un ruolo, quest’ultimo, che proprio il Pd romano voleva assegnare a qualcuno che potesse controllare da vicino le mosse del primo cittadino. E tra i papabili era circolato proprio il nome del segretario Lionello Cosentino, lo stesso che ora dice “Mai chiesto il rimpasto”.

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Il Pd romano segue la linea del segretario nazionale, dopo mesi di pressing, ci ripensa e non vuole più il rimpasto in giunta, così come Renzi non lo vuole di governo, ma non rinuncia a strigliare il primo cittadino, in caduta libera nei sondaggi, in cui la fiducia crolla...