(Video) – La Nazionale Italiana di Rugby scende in campo per allenare i ragazzi autistici de “L’Emozione non ha voce”
La Nazionale Italiana di Rugby scende in campo per allenare i ragazzi autistici nell’ambito del progetto dell’Associazione “L’Emozione non ha voce Onlus”. L’evento si è svolto al Centro Sportivo Acqua Acetosa il 12 marzo. “Grazie all’impegno della U.S. Primavera Rugby Roma – spiegano dall’associazione genitori di adolescenti con autismo – e alla disponibilità dei giocatori della Nazionale, tutti, grandi e piccoli, per età e fisico, hanno avuto la possibilità di vivere un’emozione riservata a pochi. Un’ottima occasione per mostrare quanto tutti siano migliorati in questi due anni di Progetto Rugby e per dimostrare che anche chi parte svantaggiato può raggiungere traguardi impensabili”. Un’associazione, “L’emozione non ha voce Onlus”, che non è nuova ad avvincenti sfide. Lo scorso settembre diede vita ad una cavalcata che consentì ad 11 dei loro ragazzi di attraversare l’Alta Sabina, con soste ad Orte e ad Amelia, per raggiungere l’Università della musica di Avigliano Umbro, dove ad attenderli c’era il cantautore Mogol. Qui il video. Lo scorso dicembre, “L’Emozione non ha voce” ha invece lanciato “Diamo forma alla solidarietà”, la campagna di sensibilizzazione, che premia “una cosa buona, per una cosa buona”. Chi aderisce all’iniziativa, infatti, riceve mezzo chilo di Parmiggiano Reggiano, consegnato direttamente dai ragazzi a fronte di una somma mensile di almeno 10 euro per un anno intero. Leggi qui. Ora questo allenamento davvero speciale. Direttamente con la Nazionale. E la scelta del Rugby non è affatto casuale. Questo infatti è lo sport di contatto per eccellenza e proprio la paura del contatto è tipica dell’Autismo. “Vedere i nostri ragazzi obbedire ai comandi degli allenatori, correre l’uno accanto all’altro, passarsi la palla è qualcosa che lascia senza fiato noi genitori e stupefatti gli operatori, i tecnici, gli psicologi e i medici. Eppure, con l’aiuto di tutti ma soprattutto con l’impegno dei nostri ragazzi, questa paura scompare, sostituita dall’allegria e dalla voglia di stare insieme. Naturalmente questo è solo un traguardo intermedio, non quello finale; continueremo a lavorare per migliorare ancora e per far esprimere l’emozione dei nostri ragazzi nel modo migliore”.
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