“OMAR GALLIANI – OMAR, ROMA, AMOR” AL MUSEO CARLO BILOTTI DAL 17 MARZO AL 6 MAGGIO
Gioca sull’anagramma il titolo della mostra “OMAR GALLIANI – Omar, Roma, Amor” che unisce il nome dell’artista, Omar, ovvero Omar Galliani, alla città che egli celebra con questa particolare mostra, e si tratta di Roma, esplicitando il sentimento che lo lega ad essa, ovverosia l’“Amor”. È un titolo assolutamente emblematico del contenuto di questa mostra-omaggio e dello spirito che ha animato Omar Galliani nel volerlo, fortemente, realizzare. Ad accogliere l’esposizione, curata da Gabriele Simongini, è il Museo Bilotti, che ha sede nell’Aranciera di Villa Borghese, dal 17 marzo al 6 maggio 2012. “Arrivato a questo punto felice della mia carriera, dopo le grandi mostre agli Uffizi e al Poldi Pezzoli e i riconoscimenti avuti nel mondo, avvertivo l’urgenza di ringraziare Roma. L’ho finalmente fatto – afferma Galliani – concependo una unica grande tavola, un disegno persino esagerato (315 cm. per 400 cm.), realizzato interamente a matita su tavole di pioppo. È esagerato quanto è esagerata, assoluta, questa città. Per me Roma è la metropoli che più di ogni altra ha attraversato il tempo divorandolo e rigenerandolo, in un susseguirai di riti pagani o religiosi sempre mantenuti sul filo di un rasoio, affilato. Esistono oggi metropoli ben più allineate su skyline oceanici o Desert City al petrolio, in competizione tra loro per l’affermazione di un primato. Il primato di Roma non esiste in quanto non c’è partita o meglio manca la competizione in quanto Roma preferisce “guardare” anziché correre! L’ha sempre fatto, dalle origini ad oggi. È su questo profilo che nasce “Omar Roma Amor”, acrostico di 4 lettere che mi coinvolgono sul piano del mio nome, della mia storia con la città e oltre. L’opera che ho voluto per questa mostra rappresenta una “Lei” (il soggetto), immobile, che guarda Roma da un punto strategico qual è il Pincio. La “Lei” è di spalle, ma si intuisce che punta lo sguardo sull’orizzonte di una notte romana piena di luci e bagliori. Dal cielo tra le stelle cadono “ossari” e “fiori”, di tempi diversi, vittorie e sconfitte, sacrifici innocenti o colpevoli, da Giulio Cesare a Pasolini, da Fred Buscaglione a Papa Wojtyla. L’uso della matita scandisce il tempo “lungo” del mio lavoro e di Roma. Sul collo di “Lei” un tatuaggio che esprime il significato più profondo, secondo la mia percezione, di questa città magica”. In mostra al Museo Bilotti oltre alla grande tavola, Galliani propone 25 disegni preparatori dell’opera e una selezione di disegni del ciclo “Notturno”. A questo si aggiungono altre 10 opere di grandi dimensioni che il maestro ha richiamato in Italia dalle città che sono state sedi di sue recenti esposizioni: Seoul, Buenos Aires, Shanghai, Il Cairo, Mosca, Montevideo, New Delhi, Pechino, Hong Kong, Saint Etienne.“Anche questa serie di opere, nella propria unicità, è un emblema. Il segno di stimolanti contaminazioni tra il cosmopolitismo di un disegno “Italiano”, che in Roma e nel suo linguaggio “Classico” ha il fulcro, e gli stimoli che civiltà diverse mi hanno trasmesso. È una storia di unicità e di differenze. Ed è la mia storia di questi anni recenti di lavoro, impegnati soprattutto all’estero”. Con le tavole, saranno in mostra disegni preparatori e sopratutto i magici quaderni di viaggio in cui l’artista ha appuntato spunti iconografici, motivi, emozioni, man mano che gli venivano suggeriti dai diversi territori visitati. Come scrive Simongini nel suo saggio in catalogo, “in qualche modo Galliani preleva e decontestualizza le grandi tradizioni del disegno rinascimentale, manierista ma anche simbolista, nelle loro varie sfumature, e le mette in cortocircuito con atmosfere vicine alla musica dark, con certo cinema (da Antonioni a Ridley Scott), con immagini tratte dalle riviste patinate (“Vogue”, “Harper’s Bazaar”, ecc.), con le inquietudini corporee della body-art e del post-human, dando vita ad un’opera ibrida ed intensa, con un’apertura a tutto campo che va ben oltre i consueti e pur altissimi riferimenti pittorici costantemente chiamati in causa (Correggio, Leonardo, ecc.) dagli esegeti della sua opera”. In mostra, verrà proiettato anche un video di Massimiliano Galliani, realizzato per l’occasione, che propone un’interpretazione visionaria del fortissimo legame che unisce l’artista a Roma.
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