Vince l’astensionismo a Roma e nelle maggior parte delle 564 città chiamate al rinnovo delle amministrazioni comunali. Nella capitale sarà ballottaggio il 9 e 10 giugno tra il sindaco uscente Gianni Alemanno, che ha raggiunto il 30,27% dei voti e Ignazio Marino che invece ottiene il 42,60% delle preferenze. Dei 2.359.119 aventi diritto, ha votato solo 1.245.927 di elettori, raggiungendo una percentuale del 52,81%. Oltre il 20% in meno delle comunali del 2008, quando l’affluenza registrata era stata del 73,66% al primo turno e del 63,12% al secondo. Ora nuova corsa, nuova sfida. Per Alemanno “Una partita tutta ancora da giocare”. E il riferimento va subito al 2008, quando pure Alemanno era in svantaggio nei confronti del suo avversario Francesco Rutelli. A sottolinearlo è Barbara Saltamartini, in una delle dichiarazioni “a caldo” poco dopo la chiusura dei seggi, quando già si andava profilando il ballottaggio. Nel 2008 Alemanno riuscì a recuperare al secondo turno 13 punti percentuali, rappresentati da 108,614 mila voti, passando dal 40,72 del primo turno al 53,65 contro i 45,80 di Rutelli al primo turno e il 46,34% del secondo. Ora la distanza tra Marino e Alemanno è segnata da 148.383 voti e si punta tutto sugli elettori che non si sono recati alle urne. Si tratta di 1.113,192 elettori. Un residente su due, quindi, non ha espresso il suo voto. Un dato che deve far riflettere la classe politica dirigente di tutti i partiti, perchè se il Pd tiene bene e su questo non c’è alcun dubbio, è pur vero che non ne esce comunque vincitore. Marino, attualmente è espressione di circa il 20% dell’elettorato complessivo. Una vittoria, la sua, che potrebbe essere determinata anche dal fatto che gli elettori non lo identificano con il partito. A dichiararlo è lo stesso Goffredo Bettini in un’intervista al Corriere della Sera di oggi: “ Marino – dice – è un irregolare, livero, è la sua forza. Non è stato percepito come uno schieramento, ma come civico: è la sua carta vincente”. Un flop annunciato invece quello del M5S, dopo lo “tsunami” che li ha travolti in Friuli Venezia Giulia per le regionali, dove pure hanno registrato una clamorosa sconfitta. Il candidato grillino, Marcello De Vito, ha raggiunto un 12,42% ovvero 149.665 voti, che se confrontato al risultato delle politiche a febbraio pari al 27% a Roma, dimostra come i consensi siano nettamente in calo. La vera sorpresa di questa tornata elettorale nella Capitale è sicuramente rappresentata da Alfio Marchini, che senza il sostegno di un partito strutturato alle spalle riesce a raggiungere da solo il 9,48%. Ora potrebbe essere lui l’ago della bilancia, anche se il suo elettorato è misto. Non è da sottovalutare neanche il risultato di Sandro Medici di Rifondazione Comunista, che da solo raggiunge il 2,22% per cento, così come Sel al 6,25%. Alfonso Luigi Marra ottiene l’1,18%, mentre gli altri tra i 19 candidati a sindaco non raggiungono neanche l’1%. Tutti di nuovo in pista dunque, per una partita che resta aperta e tutta ancora da giocare. Decisivi saranno i prossimi giorni e l’abilità della classe politica di chiamare gli elettori al voto per il 9 e 10 giugno.

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Vince l'astensionismo a Roma e nelle maggior parte delle 564 città chiamate al rinnovo delle amministrazioni comunali. Nella capitale sarà ballottaggio il 9 e 10 giugno tra il sindaco uscente Gianni Alemanno, che ha raggiunto il 30,27% dei voti e Ignazio Marino che invece ottiene il 42,60% delle preferenze....