Travolto e ucciso da un pirata della strada mentre attraversava Corso d’Italia all’altezza di via Po a Roma. A vegliare il corpo senza vita del padrone travolto e ucciso da un pirata della strada, Lilla, un cane bracco nero, con il quale viveva la vittima, Nereo Gino Murari, un clochard veneto di 73 anni. E’ accaduto alle 4.30 di lunedì mattina. Sul caso indaga la Polizia Locale di Roma Capitale, che in queste ore sta visionando le immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza installate nella zona. Gli agenti del Gruppo Sapienza e Parioli, che sono intervenuti per effettuare i rilievi, sono già sulle tracce del pirata che avrebbe le ore contate. A chiamare i soccorsi ieri mattina è stato un vigilante.

Nereo era per tutti il clochard intellettuale, sempre impegnato nelle sue letture. Preferiva i gialli, ma amava anche i romanzi d’amore. Alcuni li comprava da solo, altri glieli regalavano i residenti della zona, che ieri erano in lacrime. La notte dormiva vicino al bar e all’edicola su un giaciglio di fortuna, accanto alla sua bicicletta, quella sulla quale di giorno appoggiava le sue coperte, gli ombrelli, il sacco a pelo e la ciotola con i croccantini per la sua Lilla.

Qualcuno durante la giornata portava dei cornetti o dei panini per entrambi. Altre volte dei buoni pasto o caffè pagati al vicino bar. Lui di soldi non ne accettava, ma i libri li prendeva volentieri. Era seguito anche dalla Caritas e dalla comunità di sant’Egidio.

E ora il quartiere piange il suo “vecio”. “E’ così che lo chiamavo – racconta Paolo Peroso, presidente dell’associazione Amici di Porta Pia – era veneto come me. Non sono neanche riuscito a dargli il panettone che ogni anno, come da tradizione, mangiavamo insieme dopo le feste. L’ultima volta l’ho visto giovedì scorso. Stava già dormendo. Appena chiudeva il bar, apriva il suo sacco a pelo, già alle 20 e poi la mattina presto chiudeva tutto, prima ancora che il locale riaprisse. Era molto ordinato, non ha mai creato problemi a nessuno. Gli ho chiesto se avesse bisogno di qualcosa, magari di una coperta o di un cappotto, ma mi ha risposto “Sto bene così, tranquillo”.

Non chiedeva niente a nessuno, Nereo. “Un uomo di una grande dignità e cultura”. E’ così che lo ricordano. “Ma non hai freddo? Gli chiedevo – racconta Anna, una residente – lui rispondeva: <<Ma quale freddo. Io ho lavorato in Russia, cosa vuoi che sia per me questo clima>>”.

Per tutti era “Un angelo custode – dice Carlo, un impiegato della zona – ci avvisava sempre se notava qualcuno che si aggirava in modo sospetto”. Tanti i mazzi di fiori lasciati accanto ai cartoni con i quali si riparava e i messaggi scritti su dei foglietti bianchi: “Mi mancherai. Spero che Lilla sia in buone mani” e ancora. “Eri una persona meravigliosa. Perdonaci per la nostra indifferenza”.

“Era un signore”, ricorda l’edicolante della zona. E nel quartiere, dove molti lo chiamavano “Verona”, è scattata la gara di solidarietà per organizzare il funerale di Nereo e una sistemazione per Lilla, che ieri è stata affidata ai veterinari del servizio comunale, che poi l’hanno portata al canile della Muratella in attesa di un’adozione. In queste ore sono arrivate numerose richieste, che verranno valutate a breve. Il corpo di Nereo è stato portato all’istituto di medicina legale de La Sapienza. Oggi da San Bonifacio, nella provincia di Verona, verrà a Roma la sorella, per il riconoscimento, accompagnata dagli agenti della Polizia locale del Gruppo Sapienza.

Sempre a Verona vive anche il fratello di Nereo e l’altra sorella, con i quali è rimasto in contatto in questi anni.

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