Una serie drammatica di eventi coinvolgono la capitale e l’Italia all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943, dall’occupazione tedesca e la battaglia per la difesa di Roma alle tragedie della deportazione degli ebrei romani il 16 ottobre 1943 e l’eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, alla liberazione di Roma il 4 giugno 1944 e dell’intero paese, il 25 aprile 1945. Tra le molte iniziative che fino al 2015 ricorderanno questi cruciali fatti della storia del Novecento, assume particolare valore di testimonianza l’esposizione dedicata alle opere di Bruno Canova nello spazio del Casino dei Principi di Villa Torlonia. Dal 15 dicembre 2013 al 26 gennaio 2014, Bruno Canova. La memoria di chi non dimentica presenta opere di grande intensità, forza comunicativa e raffinata qualità, dedicate proprio ai drammatici fatti storici della seconda guerra mondiale e agli eventi e alle scelte politiche che li hanno determinati. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Maurizio Calvesi, uno dei massimi storici dell’arte viventi, presenta una selezione di disegni, quadri, bassorilievi per far conoscere meglio la figura e la tematica importante e drammatica di Bruno Canova, parte di un filone “forte” e giustamente apprezzato dell’arte italiana tra gli anni Sessanta e Settanta. A questo scopo sono previsti, durante tutto il periodo di apertura, incontri didattici con gli studenti delle scuole romane dedicati alle grandi questioni storiche evocate  dalle opere esposte. Internato nel 1944 in quanto partigiano in un lager tedesco a Brüx nel Sudetenland, Bruno Canova, dopo essere stato testimone in prima persona degli orrori delle dittature e della guerra, adopera il  linguaggio delle arti visive affinché le generazioni future non corrano il rischio di perderne la memoria. Nel lavoro dell’artista hanno dunque importanza particolare le opere dedicate alle Leggi Razziali, alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah, di grande forza espressiva e dolente partecipazione, in cui i simboli non sono fredde evocazioni ma testimonianza drammatica di una intensa e sofferta capacità di evocare fatti talmente spaventosi da giungere alla soglia dell’indicibile. Questo ciclo di opere, eseguito in prevalenza tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, è stato portato avanti dall’artista fino al termine della sua vita, con grandissimo impegno etico, e ha dato vita a un libro del 1972 e a una mostra itinerante in moltissime città italiane. In questi lavori Canova unisce la sua formazione di avanguardia, legata alla grafica di Albe Steiner, Max Huber e alla fotografia di Luigi Veronesi, a una personale rielaborazione del collage futurista e dadaista e alla sua vocazione iconica di disegnatore e pittore. Dopo lunghe ricerche storiche, utilizza manifesti, ritagli di giornale e documenti originali inseriti nel corpo dell’opera, elementi verbali e visivi, campiture quasi informali, disegni e parti dipinte. Come scrive Maurizio Calvesi nel catalogo Maretti: “Questo è evidente soprattutto nelle emozionanti tavole trattate a  collage e tecnica  mista, grandi anche di misura, come urlate da una voce che viene dal buio mai dimenticato, un buio che sa farsi pittura, straordinariamente efficaci nell’uso non formalistico ma anche documentario del collage: degne assolutamente di costituire il nucleo artistico (insieme a pochissimi altri esempi) di un museo dedicato alla memoria della Shoah e agli orrori della guerra. L’immagine pittorica impone un arresto quasi con violenza, fa da sbarramento che non puoi oltrepassare senza aver letto gli agghiaccianti bandi da cui “l’unnica asprezza” cantata dal Carducci non poteva immaginare di essere tanto insensatamente oltrepassata. Grazie a Canova di queste recuperate immagini della  memoria, per sempre riportate alla luce e all’emozione dell’arte; ma anche per la sconsolata evocazione della crudeltà propria ancora dell’uomo. Le mirabili Stragi degli Innocenti, presentate come un circolo che si espande nell’ infinito e nell’indimenticabile, agganciano carni di animali squartati nella Grande natura morta: il cui titolo si completa come Strage degli Innocenti II  chiamando in causa, sì anche, l’impietosa ferocia  umana”.

 

Mostra Bruno Canova La memoria di chi non dimenticaa cura di Maurizio Calvesi 
A Dove Roma, Casino dei PrincipiVilla Torlonia, Via Nomentana 70
Apertura al pubblico Orari 15 dicembre 2013 – 26 gennaio 20149.00-19.00Chiuso il lunedì; la biglietteria chiude 45 minuti prima

 

Promossa da Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
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Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Info  Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)www.museivillatorlonia.it  www.zetema.it
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