Una manifestazione in segno di solidarietà a Nadia e Neila, le due donne tunisine aggredite a Monterotondo perché una di loro indossava il velo, è stata organizzata dall’amministrazione comunale in Passeggiata. Le due sorelle hanno raccontato di essere state insultate e picchiate da un gruppetto di ragazzi seduti ai tavolini di un bar. Uno di loro è stato denunciato per lesioni, percosse e delitti contro i culti ammessi dallo Stato. Il giovane che si è scusato con le vittime, ha fornito agli inquirenti una diversa versione dei fatti e spiegato che il suo gesto non è stato motivato da sentimenti di razzismo. Le indagini dei carabinieri per chiarire quanto accaduto e individuare altri eventuali responsabili sono ancora in corso. “Mi sento in colpa nei confronti di mia sorella – dice Nadia – perché l’ho ospitata io qua. Le chiedo scusa per quello che è accaduto, per tutta la mia vita e forse non basta. Noi non chiediamo niente, vogliamo solo giustizia. Già questa manifestazione organizzata dal sindaco, a cui ha partecipato il paese mi ha dato soddisfazione, mi ha fatto piacere. Ora sono sicura che tutti gli italiani non sono uguali”. E poi Nadia si rivolge ai ragazzi coinvolti nell’aggressione. “Speriamo che facciano fare loro del volontariato – continua – in organizzazioni in cui avranno la possibilità di incontrare immigrati, per capire che siamo tutti uguali. Io da loro non voglio niente. Forse i primi giorni ero arrabbiata. Però se vanno o meno in carcere a me non cambia la vita. Non voglio un risarcimento danni morali perché per noi è anche peccato. La nostra religione dice che i soldi che guadagniamo ce li dobbiamo sudare. Non chiedo niente. Poi piano piano passerà e resterà solo un brutto ricordo quando Neila tornerà nel suo Paese”. “Non volevamo fare un processo pubblico a nessuno – dice il sindaco Mauro Alessandri – ma solo dire che la nostra città non è razzista. Un episodio di intolleranza e di violenza, all’interno del quale ci sono stati anche insulti razzisti, va condannato. Monterotondo non è quella che è stata rappresentata. Abbiamo numerosi progetti in campo per l’integrazione. Ho incontrato il ragazzo denunciato, si è scusato ed era dispiaciuto per l’immagine che ha creato della città. Un gesto che lui dice non essere stato motivato da razzismo, ma ha offeso la religione e la provenienza delle due donne, questo noi non possiamo permetterlo ed è giusto che la città si mobiliti anche se non c’era una motivazione politica in questo gesto”. Non sa se resterà in Italia Neila. “Sono contenta di questo sit-in organizzato per noi – dice – Mi ha fatto capire l’importanza dell’integrazione. Perché siamo tutti uguali. Spero che i ragazzi che ci hanno aggredite si rendano conto del male che ci hanno fatto e che frequentino di più gli immigrati. Non lo dovevano fare, perché hanno fatto fare una brutta figura all’Italia. Io ho sempre avuto bellissimo rapporto con iquesto Paese, però non so se resterò qui”.

 

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Una manifestazione in segno di solidarietà a Nadia e Neila, le due donne tunisine aggredite a Monterotondo perché una di loro indossava il velo, è stata organizzata dall’amministrazione comunale in Passeggiata. Le due sorelle hanno raccontato di essere state insultate e picchiate da un gruppetto di ragazzi seduti ai...