Maxi operazione della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato denominata “La Romana”, che ha portato al sequestro di 500 chili di cocaina e all’arresto di 19 persone.

Le misure cautelari sono state emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di soggetti appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con base a Roma e ramificazioni all’estero. Coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata – e i Poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Roma, insieme ad agenti del Commissariato di Fidene Serpentara, hanno condotto indagini, anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, all’esito delle quali è stata accertata l’operatività, nella Capitale, di un agguerrito gruppo criminale, responsabile di plurime importazioni di droga, in parte destinate alla ‘ndrangheta e, in particolare, alla cosca “ALVARO” di Sinopoli.

Lo stupefacente arrivava da Santo Domingo, dove un alto ufficiale che aveva un controllo capitale su aeroporto e sul porto, “consentiva la partenza di queste partite di droga” ed era in contatto con un broker romano, che gestiva i rapporti con gli acquirenti italiani.

La droga arrivava nel nostro Paese nascosta in container trasportati sulle navi o nelle stive degli aerei, con la compiacenza di alcuni operai di scali italiani e poi veniva smistato dal broker ai vari acquirenti. Fiumi di droga che rifornivano anche il mercato della Capitale.

“Questa indagine – spiega il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo – conferma ancora il connubio che c’è tra la criminalità romana e le famiglie di ‘ndrangheta presenti anche in alcuni investimenti che queste famiglie sono in grado di mettere in atto per portare a termine le loro attività illecite”.

Un punto, questo, sul quale si è soffermato il Procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia, Michele Prestipino: “Le intercettazioni che alimentano le nostre attività ci dicono che oggettivamente queste famiglia di ‘ndrangheta hanno una capacità molto significativa di risorse finanziarie. Non c’è nessuno che dopo il sequestro che dopo il sequestro accusa il colpo e si ferma. Ogni volta sono sempre pronti a ripetere l’operazione. Questo significa che hanno sempre la disponibilità finanziaria per ripeterla”.

Differente invece è il ruolo del broker. “Non sono moltissimi – continua il procuratore Prestipino – quelli che in grado: da un lato di interloquire con i finanziatori e i gruppi che garantiscono questo tipo di risorse finanziarie e dall’altro hanno i canali giusti per dialogare con chi si trova in Messico o in Colombia. Questi personaggi non sono infiniti come apparentemente sembrano le finanze della ‘ndrangheta. Non sono facilmente surrogabili. E dunque arrestarne uno, significa rendere più difficoltosa una successiva operazio

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Maxi operazione della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato denominata “La Romana”, che ha portato al sequestro di 500 chili di cocaina e all’arresto di 19 persone. Le misure cautelari sono state emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di soggetti appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita al...